Casavo: realizzare un tool efficace in un mese

Casavo

Casavo è il primo Instant Buyer immobiliare italiano: attraverso la sua piattaforma online acquisisce immobili residenziali riducendone drasticamente i tempi di vendita.In occasione della ventunesima edizione dell’ITF Forum, nel 2020 ha ricevuto il premio come Miglior Startup ai Fintech Age Awards per il successo riscosso presso gli investitori e i clienti, grazie all’innovazione espressa nel settore immobiliare.

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La Sfida

Casavo si è affidata a Claranet per la realizzazione di diversiprogetti, tra i quali lo sviluppo di un software greenfield, nellospecifico di un wizard per ottenere la valutazione economica diun immobile inserendo le caratteristiche dello stesso.

All'opera!

Una volta fatto questo passaggio preliminare, abbiamomesso a disposizione del cliente un team cross-funzionalecon all’interno tutte le figure professionali necessarie perportare a termine il lavoro nei tempi richiesti. I nostriinterface developer, frontend developer, backend developere ops hanno lavorato in sinergia con il comparto UX eDevOps del cliente.

Trattandosi di un progetto greenfield, non avevamo vincolinella scelta di tecnologia e strumenti. Tenendo bene amente la leva del “tempo”, abbiamo optato per uno stacktecnologico con cui avevamo confidenza: PHP nel backend,ReactJs nel Frontend.

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Gestire l’operatività per arrivare in sicurezza al rilascio

Insieme al team del cliente, che aveva l’ownership del progetto ed il compito di validare le funzioni rilasciate ad ogni iterazione, abbiamo subito definito i “riti” a supporto del progetto:

stand-up giornaliero, dove mostrare l’avanzamento, evidenziare eventuali roadblock e decidere le successive feature da realizzare;

check in prossimità delle demo con il cliente finale o di scadenze, in modo da concentrare l’effort per completare le attività più importanti.

La Discovery

La prima fase è stata una “mini discovery” durante la quale ilcliente ha condiviso con noi il suo progetto sfidante: prendereun’opportunità di business che aveva dei constraint esterni dideadline molto stringenti.

Abbiamo quindi risposto alla sua esigenza facendo ordinenell’insieme dei requisiti richiesti tramite il gioco delle leve,un’attività che spesso proponiamo in fase di discovery e che inquesto caso ci ha aiutato particolarmente, data la presenza diun forte vincolo in ingresso: realizzare il progetto in un mese.

In pratica, con il gioco delle leve chiediamo al cliente dimettere in ordine di importanza quattro voci – senza possibilitàdi parimerito – in modo da capire l’importanza di ognuna.

Da questa attività è ovviamente emersa la prevalenza delfattore deadline sugli altri, in base a queste ed altreinformazioni abbiamo calibrato le attività da svolgere perraggiungere il risultato richiesto.

Per fare ulteriore chiarezza, abbiamo poi definito delle userstories che abbiamo categorizzato in Must have e Should have,in modo da avere un quadro chiaro e condiviso delle prioritàassegnate alle varie feature, condividendo con il clientecriticità e vincoli in totale trasparenza.

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In ragione del forte vincolo di deadline, abbiamo creato insieme alcliente una kanban con due backlog distinti, dedicati alle feature Musthave e Should have.

Il primo backlog ha avuto ovviamente la priorità, nell’ottica direalizzare un walking skeleton. La prima milestone concordata con ilcliente, infatti, prevedeva la realizzazione a stretto giro di unoscheletro funzionante dell’applicativo. Trattandosi di un wizard a step,ci siamo posti l’obiettivo di realizzare la logica di navigazione perpermettere all’utente di inserire tutte le informazioni e arrivare allaschermata finale di valutazione dell’immobile, creando un happy pathfunzionante. Tutte le successive attività di refine e messa a punto –validazione dei dati, gestione di corner case e miglioramenti grafici –sono state realizzate a partire da questo primo prototipo.

Il punto cardine del nostro approccio al progetto è stato sicuramente il contatto quotidiano con il cliente: mantenere tutto il team costantemente allineato ed avere un’idea chiara e condivisa del progresso è stato fondamentale per arrivare all’obiettivo.

In un lasso temporale così ridotto e con un design funzionale già ben definito e documentato, la tentazione di mettersi all’opera “a testa bassa” può essere forte. Ciò può portare però a delle complicazioni: spesso accade che una specifica definita a priori mostri delle debolezze o abbia degli aspetti da rivedere una volta implementata. Questo – unito a una comunicazione sporadica – può portare alla consegna di un software non in linea con le aspettative.

Da qui la strategia che abbiamo adottato: rispondere ai cambiamenti nel minor tempo possibile e portare avanti i lavori in totale sintonia.

In progetti come questo, essere reattivi significa anche prestare attenzione ad eventuali roadblock: individuarli e segnalarli in maniera tempestiva, confrontarsi con il team ed eventualmente valutare soluzioni alternative assieme al cliente diventa più semplice se la comunicazione avviene in maniera efficace.

A livello operativo, il modo migliore di arrivare al risultato desiderato è quello di ottenere feedback il più velocemente possibile dal product owner: a tal proposito abbiamo messo in piedi fin da subito un sistema di continuous delivery, lavorando a stretto contatto con la parte ops, con lo scopo di poter rilasciare velocemente le modifiche in ambiente di staging, renderle così testabili in breve tempo con l’obiettivo di ridurre il più possibile lo spreco.