Un caffè con …Federico Siddi

Un caffè con …Federico Siddi

PUBBLICATO IL 20/03/2023 DA

Antonio

Design & Development

Federico

Junior Backend Developer

Antonio: Oggi ho il piacere di gustarmi un buon caffè insieme a Federico Siddi, un collega che ormai da qualche settimana è entrato a far parte di Claranet. Voglio approfittare di questo spazio per farvelo conoscere meglio e tirare le somme di questo primo periodo in azienda.

Non posso che iniziare con una domanda abbastanza scontata: come sono state le prime settimane in Claranet?

Federico: Devo dire abbastanza stimolanti. Già dal primo giorno sono stato introdotto ai nuovi colleghi e partecipando alle prime call ho avuto modo di apprezzare il concetto di open governance.

Ci sono stati anche dei momenti, come il Sailors Casual Meet, in cui ho avuto occasione di conoscere meglio i ragazzi che sono entrati da poco come me in azienda. Nel frattempo, Virginia e Alessandro ci hanno illustrato le dinamiche e la cultura aziendale e ho partecipato alla mia prima Classroom, che è stata molto stimolante.

Direi che il bilancio delle prime settimane è più che positivo, ho riscontrato molta disponibilità e volontà di farmi sentire a mio agio da parte di tutti.

Antonio: Il tuo percorso personale e professionale è molto particolare, ti piacerebbe raccontarci un po’ come sei arrivato qui?

Federico: Esatto, abbastanza particolare. Al termine del liceo, guidato dall’interesse per l’informatica, scelsi di iscrivermi all’università di Pisa alla facoltà di Ingegneria Informatica. Dopo un anno però, a causa di alcune difficoltà, scelsi di abbandonare Pisa.

Ritornato in Sardegna, avevo la necessità di trovare una professione che mi permettesse di rendermi indipendente e che in qualche modo fosse a contatto con la tecnologia. Fu così che scoprii il mondo degli apparecchi acustici, e la professione che vi che ruota attorno.Potevo coniugare il mio interesse per la tecnologia e aiutare le persone a migliorare la qualità della loro vita.

Così, dopo aver conseguito la laurea triennale in tecniche audioprotesiche, iniziai subito a lavorare. I primi anni sono passati velocissimi e ho avuto modo di imparare tante cose sulla gestione dei rapporti interpersonali e su tutta la ricerca tecnologica che è incorporata in dispositivi così piccoli, come gli apparecchi acustici.

Continuavo però a seguire l’evoluzione dell’informatica, dello sviluppo web e mobile.Inizialmente facevo pratica modificando la grafica del sito aziendale con HTML e CSS, e nei ritagli di tempo cercavo di approfondire la materia. Nel frattempo, il mercato delle app mobile cresceva esponenzialmente, e la curiosità e la voglia di realizzare un’app si faceva sempre più forte.

All’improvviso, arriva il Covid-19 e il lockdown. Essendo obbligato a restare a casa avevo l’occasione per approfondire la mia curiosità. Così iniziai a studiare Flutter, con l’intenzione di sviluppare un’applicazione che permettesse ai pazienti di prenotare un appuntamento presso il nostro studio.

Da quel momento, ho continuato a scrivere codice e la voglia di imparare e migliorarmi era sempre più forte. Questo interesse coinvolgeva anche le mie certezze professionali e iniziavo a pensare che, un domani, quello dello sviluppatore potesse diventare il mio lavoro.

In seguito ho scelto di frequentare un programma di mentorship, in cui ho avuto modo di conoscere professionisti del settore e ricevere dei feedback utilissimi, che mi hanno permesso di accelerare l’apprendimento e direzionare il mio interesse verso le tecnologie backend.

Nell’ultimo periodo la necessità di avere più tempo per i miei progetti mi ha portato a dare le dimissioni dal precedente lavoro e dedicarmi full time allo studio e alla ricerca di un’azienda che potesse sposare le mie necessità e valori, ricerca che mi ha portato qua a Claranet.

Antonio: Classica domanda: quali sono le tecnologie che preferisci e con cui ti esprimi meglio?

Federico: Allora, il primo amore è stato per Python, per la semplicità e pulizia della sua sintassi, inoltre essendo così popolare ci sono tantissime risorse ben realizzate da cui studiare. Successivamente nel programma di mentorship ho visto la potenza di Javascript e le possibilità che apriva ad uno sviluppatore. Praticamente ci si può fare tutto ed è molto utilizzato in ambito backend, questo ha fatto sì che il mio focus si sia spostato su questo linguaggio.

Antonio: Ti posso chiedere di raccontarci perché hai scelto di inviare la tua candidatura a Claranet e perché proprio questa azienda?

Federico: Certo! Da quando ho iniziato a programmare e cercare lavoro come sviluppatore, ho sempre osservato tutte quelle aziende che sposavano in pieno il modello full remote. Penso che, oltre ad essere la metodologia più moderna, sia quella che garantisca più flessibilità al lavoratore.

Per flessibilità non intendo poter lavorare dalla spiaggia o in montagna, come viene spesso pubblicizzato, ma poter scegliere di lavorare per un’azienda perché questa rispecchia i nostri valori, oppure perché lavora con le tecnologie che più ci piacciono, senza essere costretti a compromessi dettati da vincoli geografici. Di conseguenza, questo ci dà la possibilità di poter scegliere dove vivere indipendentemente dal luogo in cui ha sede la nostra azienda.

Claranet sposa questi valori e li mette in pratica da diversi anni, così quando ho scoperto che c’erano delle posizioni aperte, mi sono ulteriormente documentato sull’azienda, che già avevo iniziato a conoscere tramite i podcast; ho anche chiesto feedback a professionisti del settore e tutti sono stati molto positivi, così non ho perso tempo e ho inviato subito la mia candidatura.

Antonio: Sei nato e vivi in una delle più belle e affascinanti regioni italiane, la Sardegna; vuoi raccontarci un po’ come questo fattore ha influenzato la tua vita professionale?

Federico: Si! La Sardegna è la mia regione d’origine e grazie anche ad aziende come Claranet, che sposa in pieno la modalità full remote, posso scegliere di restare a vivere qua dove sono nato. Il legame con la mia terra è molto forte, come d’altronde lo è per tutti i sardi.

Purtroppo, nonostante in passato ci siano state aziende come Tiscali che avevano instillato un po’ di fiducia per lo sviluppo futuro, il fatto che sia un'isola e che quindi vi siano maggiori difficoltà negli spostamenti, fa sì che molti sardi scelgano di andare altrove.

Posso testimoniarlo direttamente, infatti l’80% dei miei amici d’infanzia e del liceo non vive più qua. Questo mi rende un po’ triste perché la qualità della vita è alta e la natura è mozzafiato. Allo stesso tempo, capisco benissimo che non si può vivere di natura o di mare e che chi fa un percorso di studi altamente specializzante è ormai costretto ad andare via.

Spero che la diffusione del lavoro da remoto possa tamponare un po’ questo fenomeno e che le “menti sarde” emigrate possano tornare e contribuire con le loro capacità e competenze allo sviluppo di questa splendida regione. Alcuni per fortuna lo stanno già facendo

Antonio: Ti va di raccontarci un po’ dei tuoi hobby personali?

Federico: Eh, qui potrei farti un lungo elenco! Anche se purtroppo alcuni ho dovuto abbandonarli, diciamo che il mio punto fermo sono sempre state le due ruote. Sin da piccolo, la bicicletta mi ha sempre appassionato, quella sensazione di equilibrio precario unita alla libertà di andare dove voglio, scegliendo il percorso che preferisco, ancora oggi mi entusiasma e mi rende felice. Mi sono avvicinato al cicloturismo grazie a mio zio, e ricordo che ogni estate era un’occasione per visitare posti nuovi e fare nuove avventure.Successivamente, ho iniziato a praticare mountain bike per entrare ancora più a contatto con la natura e per immortalare le bellezze naturali che incontravo, così mi sono anche avvicinato alla fotografia paesaggistica, portando sempre con me nelle uscite in bici e nei weekend la fotocamera.

In famiglia, invece, abbiamo sempre avuto delle motociclette, di conseguenza questa passione mi è stata tramandata; in passato, ho avuto tre moto che spaziavano dal genere stradale all'enduro e al momento, causa assenza di spazio, non ho più la moto anche se spesso ne sento la mancanza.

Nel periodo liceale sono stato molto appassionato di cinema, in particolare quello dei registi della scuola sudcoreana e giapponese, ma ho dovuto sacrificare il tempo da dedicare a questo interesse.Mi interessa anche la storia e la geopolitica e quando posso mi aggiorno guardando video su YouTube.

Antonio: Grazie mille Federico! È stato un piacere passare il tempo d'un caffè insieme!

Federico: Grazie a te Antonio! È stato un piacere anche per me!


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