Social VR: nuovi scenari ed opportunità

Social VR: nuovi scenari ed opportunità

N.B. Questo contenuto è stato prodotto e pubblicato la prima volta da Flowing, società che da luglio 2022 è confluita in Claranet Italia. Insieme a essa sono confluite riflessioni, temi, metodologie e spunti, ampiamente condivisi e orgogliosamente riproposti all’interno di questo blog. ©claranet

PUBBLICATO IL 22/03/2021 DA

Francesco

Development

IN SINTESI

Sono un gamer da tempo immemore e sono un tipo particolare di gamer: solitario, gioco quasi esclusivamente a videogame single player. Mi prendo la mia dose di dopamina cercando – per l’ennesima volta – di salvare Hyrule piuttosto che sfidando una flotta di dodicenni a Fortnite (e perdere tra l’altro).

Dai Nintendo, cosa aspetti? Lo vogliamo fare o no uno “Zelda VR”?

Puoi quindi immaginare quanta gioia mi ha procurato prendere in mano e provare il mio nuovo e fiammante Oculus Quest 2, il nuovo visore standalone di Oculus/Facebook. Il fatto che sia standalone non è un dettaglio: a differenza di altri sistemi – più potenti – è senza cavi, ha un sistema operativo proprietario ed uno store del tutto simile a quelli PC e console.

Però, dopo un paio di giorni di utilizzo mi sono accorto di una cosa interessante. La parte social dell’Oculus è molto sviluppata. Si sente molto forte l’acquisizione da parte di Facebook. Ho scoperto che esistono moltissime applicazioni che legano la parte ludica alla parte social. Un esempio di questo è sicuramente Rec Room: una piattaforma che permette di utilizzare e creare delle vere e proprie recreation room dove poter giocare ma soprattutto socializzare. Io – da buon giocatore single player – l’ho visto ma completamente snobbato.

Tutto questo è cambiato nel momento in cui ho provato Eleven Table Tennis: semplicemente tennis-tavolo in realtà virtuale. Nessun regno da salvare, nessun piano malefico da sventare, eppure mi sentivo incredibilmente coinvolto. Dopo un po’ è arrivata l’epifania: riuscivo a leggere il linguaggio del corpo del mio avversario, anche se formato solo da una testa e dalle mani. In questo modo ho colto un aspetto della Virtual Reality che avevo completamente sottovalutato prima: l’enorme potenza di condividere con una persona uno “spazio” anche se virtuale. Questa è la grande novità che fa crescere rapidamente la “nicchia della social VR”.

Eleven Table Tennis by For Fun Labs

La cosa interessante è che la questione si sta spostando da un punto di vista prettamente ludico ad un discorso lavorativo, che sta avendo un enorme accelerazione grazie al boom del remote working. Esistono già infatti strumenti per creare co-working e addirittura fare pair-programming in VR.

Ecco perché il fatto che il Quest sia standalone è importante: rimuovere – per quanto possibile – il costo cognitivo dell’hardware è un passo fondamentale per far diventare un visore VR un elemento aggiuntivo di chi (come in Flowing, ad esempio) lavora abitualmente da remoto.

Co-Working in VR

Il fenomeno della social VR è sicuramente destinato a crescere, perlomeno nei piani di Facebook. Infatti l’azienda di Zuckerberg ha già annunciato che i prossimi modelli del Quest avranno implementate delle funzionalità di face tracking per visualizzare il viso e le espressioni degli utilizzatori, eliminando totalmente gli avatar. Questo renderà ancora più “reali” le interazioni tra le persone.

In questo scenario, Flowing ha deciso di sfruttare il suo spazio Academy per sperimentare con la VR, focalizzando gli esperimenti non tanto sul mondo entertainment ma proprio sulla collaborazione remota, cosa che è parte integrante del nostro modo di essere.

Mi sono occupato infatti di rispolverare del materiale fatto qualche anno fa sulla WebVR con A-Frame, framework di Mozilla per creare applicazioni web immersive, compatibili con dispositivi mobile – con Google Cardboard o simili – e dispositivi VR-Ready proprio come il Quest 2. Nel frattempo il WebVR non esiste più per essere sostituito con WebXR, un nuovo set di API che mescola realtà virtuale con realtà aumentata. Ho incentrato il workshop di Academy su una sessione di Mob Programming, con lo scopo di creare una sala meeting virtuale dove poter fare una delle nostre sessioni di discovery condividendo uno spazio virtuale.

Abbiamo anche pubblicato una piccola demo navigabile che contiene alcuni elementi base per ragionare su come poter lavorare in maniera collaborativa sfruttando uno spazio virtuale. In particolare, ci siamo divertiti a creare una board di EventStorming virtuale.

EventStorming in VR
EventStorming in VR

Prossimi step? Monitoreremo i vari scenari offerti dal mercato tecnologico per capire come poi trasformare questo nuovo di filone di Social VR in opportunità per portare valore ai nostri clienti.

Infine, anche AWS ha da poco lanciato un nuovo servizio chiamato AWS Sumerian, che ha proprio lo scopo di creare e condividere scenari 3D/AR/VR e collegarlo facilmente ad altri servizi di AWS come S3 e Lambda.

PS: se volete sfidarmi a ping pong, il mio username è TheStrazz


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